“Signore, salvami!” – Mt 14, 22-33

“Signore, salvami!” (Mt 14, 22-33) è il titolo di un mio recente quadro (una commissione) ispirato a questo passo di Vangelo.

Confesso di aver sempre letto questo episodio come un rimprovero di Gesù nei confronti di Pietro per la sua mancanza di fede dovuta al fatto che non ha creduto che Gesù lo potesse far camminare sulle acque… Ho sempre immaginato la scena (magari l’ho vista in qualche film…) di un Pietro che, grazie al potere donatogli da Gesù, qualche passetto sull’acqua riesce a farlo, ma poi gli prende il dubbio-paura, affonda e Gesù lo sgrida… Eppure la cosa non mi ha mai convinta molto. La questione è: perché Pietro fa una tale richiesta? E’ come se dicesse a Gesù: “Tu sei Dio perché cammini sulle acque, fa che anch’io cammini sulle acque per essere Dio come te”. A che serve questa esibizione di potenza da parte di Pietro?

“Pietro si rivela uomo di poca fede non quando è travolto dalla paura, ma prima, quando chiede questo genere di segni…” (Ermes Ronchi). Chiave di lettura che non mi dispiace, dato che questo passo (come in moltissimi altri) inizia proprio congedando la folla (v.22-23) perché Gesù non desidera nessuna acclamazione, intuisce il rischio che la sua persona sia posta su di un piedistallo… la folla rischia di andare a Lui solo perché è efficace, immediato nel rispondere ai loro bisogni.

“La celebre scena di Gesù che avanza sulle acque agitate del lago di Tiberiade crea un certo imbarazzo nel lettore… Sappiamo che Cristo evita intenzionalmente i prodigi taumaturgici, rifugge dalle magie spettacolari, teme che lo si scambi per una “star” degli eventi miracolosi, tant’è vero che spesso egli compie le guarigioni in disparte dalla folla, imponendo il silenzio ai beneficiari. E allora, come spiegare questo atto così clamoroso, peraltro riferito non solo da Marco (Mc 6, 45-52), la fonte primaria di Matteo, ma anche del più tardo Vangelo di Giovanni (Gv 6,16-21)?” (Gianfranco Ravasi).

La domanda per me rimane aperta… Ma veniamo al mio quadro.

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Ho voluto descrivere la scena in cui Pietro grida a Gesù “Signore, salvami!” e il Signore stende la mano per tirarlo fuori dalle acque. Quella mano tesa è il fulcro del quadro, e richiama i tantissimi episodi in cui Dio compie questo gesto… richiama la Creazione, l’apertura delle acque del mar Rosso, una mano che, in tutti i Vangeli, afferra, tocca e anche in questo caso “sorregge Pietro e la sua verità di piccolo di fede, una fede non assente, ma che deve ancora maturare” (Ermes Ronchi) perché, forse, ancora alla ricerca del prodigioso e spettacolare.

Dicevo, una mano tesa e l’altra che afferra Pietro. Ho voluto un Gesù che afferra per i polsi come nelle icone della Discesa agli inferi, dove il Risorto prendendo per i polsi (il luogo dove si misura la vita e luogo dove la vita può essere tolta) Adamo ed Eva li strappa dalla morte.

Ho dipinto un Gesù che si china, si abbassa su Pietro, un po’ come la scena che si ripeterà durante la lavanda dei piedi dell’ultima cena… il tutto incorniciato da uno sfondo di tempesta e quiete così come viene dipinto nel brano stesso.

“Signore, salvami!” un quadro senza pretese de La Bottega di marika.

Spero vi piaccia e accolgo molto volentieri i vostri commenti e critiche costruttive…

Vi invito a vedere anche le altre mie opere 😉 !!

E se L’Arte non dà pane, almeno mi permette di non smettere mai d’imparare!

2015 @mzMarika Matteo 14, 22-33 (1)

 

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2 comments

Ciao Marika, sono Sonia, ti ricordi di me? Complimenti, hai veramente talento! Questo quadro mi ha commossa, davvero. Sei riuscita a rendere magnificamente le emozioni suscitate da questo brano di Vangelo. E’ splendido. Brava.

Ciao Sonia, ti ringrazio davvero tanto! A volte leggo i tuoi commenti alla Parola che condividi su facebook o sul blog incercadidio.com e ti ricambio i complimenti! Un abbraccio grande, grande!

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